Sempre più nazioni in Europa si lanciano nel campo dei visti specifici per nomadi digitali. Oggi non si parla solo di un semplice aumento: ogni paese adotta regole proprie, e i requisiti economici differiscono assai. In certi posti, infatti, si richiede un reddito ben alto, mentre in altri basta una somma decisamente più contenuta.
Spagna – un’opzione sorprendentemente accessibile
La Spagna ha cambiato le carte in tavola per il visto digital nomad, e da quest’anno, per chi vi si candida, serve dimostrare di portarsi a casa almeno 2.762 euro al mese. Si tratta di un rialzo di oltre 100 euro rispetto a prima, un importo calcolato come 200% del salario minimo, aggiornato dopo un accordo con i sindacati principali – davvero interessante, vero? E mentre in alcune aree del Nord o dell’Est si chiede addirittura oltre 4.000 euro mensili, nei paesi sul Mediterraneo e nei Balcani le regole risultano decisamente più lievi.
Islanda ed Estonia: requisiti a livelli molto differenti
Sorpresa: l’Islanda pone la soglia più elevata, esigendo un reddito di 7.075 € al mese. Il visto dura sei mesi e vale sia per chi lavora per aziende straniere sia per chi opera in proprio. Subito dopo, l’Estonia si distingue con una richiesta di 4.500 € mensili; qui si può lavorare da remoto fino a un anno, anche se, in pratica, bisogna adattarsi e cambiare la residenza fiscale dopo i primi sei mesi.
Romania e Finlandia: condizioni e vantaggi a confronto
In Romania, i cittadini extra‑UE devono far vedere un reddito di 3.950 euro al mese – circa tre volte la media salariale del paese. Già nel 2023, il governo ha introdotto una norma che, in sostanza, esenta da alcune tasse chi decide di restare a lungo termine. Al contrario, la Finlandia sorprende con requisiti molto più bassi: bastano 1.220 euro al mese, nonostante il costo della vita sia elevato. In questo caso, il visto è pensato soprattutto per imprenditori indipendenti non UE che sanno cavarsela da soli.
Montenegro ed Albania: alternative dalle regole più morbide
Anche il Montenegro si fa notare fissando una soglia mensile di 1.400 euro. Qui, i nomadi digitali possono soggiornare fino a quattro anni, beneficiando – seppur in attesa di ulteriori dettagli – di alcune esenzioni fiscali. D’altra parte, l’Albania propone il cosiddetto “Permesso unico”, che permette di vivere e lavorare per un anno, rinnovabile fino a cinque volte consecutive; in sostanza, occorre dimostrare un reddito annuo di circa 9.800 euro, ovvero poco meno di 817 euro al mese.
Per chi è alla ricerca di un visto per nomadi digitali in Europa, le scelte più abbordabili sembrano essere quelle offerte dalla Finlandia (1.220 € al mese), seguita dall’Albania (817 € al mese) e dal Montenegro (1.400 € mensili). In netto contrasto, scegliere destinazioni come l’Islanda o l’Estonia impone di confrontarsi con requisiti decisamente più alti, rispettivamente 7.075 e 4.500 euro al mese.