LE PREVISIONI DEL TURISMO CANADESE PER IL 2025 SONO PIÙ CHE POSITIVE

Justin N. Froyd - Mar 17, 2025
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I dazi imposti sui prodotti canadesi dagli Stati Uniti hanno creato non poche onde nell’economia del Canada. Negli ultimi tempi, il dollaro canadese è scivolato rispetto a quello americano e, diciamolo, questo calo, pur rallentando la crescita in molti casi, sembra dare una spinta, un po’ strana, al turismo interno. Un dollaro più debole rende il nostro paese molto più allettante per i visitatori stranieri – un vero affare – mentre al contempo limita le possibilità dei canadesi di spostarsi oltreconfine.

Osservando come si distribuiscono le forze nel turismo, possiamo dire che i trasporti si aggirano intorno al 21% del contributo, l’alloggio supera il 27%, mentre i pasti e le bevande raccolgono circa il 16% e le altre attività arrivano a circa il 36%. Mettendo insieme tutte queste cifre si arriva a formare, grosso modo, un 1,55% del PIL nazionale. E, se pensiamo ai numeri, nei primi tre trimestri del 2024 quasi 669.000 canadesi hanno trovato impiego proprio in questo settore, cioè circa il 3,3% della forza lavoro complessiva.

Si guarda poi alla domanda: qui il turismo si nutre di un mix tra interesse locale ed internazionale. Non sorprende, dato il legame stretto fra il Canada e il vicino Stati Uniti, che una grande fetta dei visitatori provenga proprio dall’altra parte del confine. Pare che nel 2023 quasi il 78% degli arrivi fosse americano, anche se il loro contributo in termini di spesa si attesta intorno al 50,7% (forse perché molti si concedono solo una breve gita, magari di un giorno). L’Ontario, per esempio, ha attirato circa il 47% degli internazionali tra gennaio e novembre 2024, seguito, in modo un po’ meno imponente, da British Columbia e Quebec; eppure, è da notare che all’incirca il 76% delle attività turistiche è alimentato proprio dai canadesi.

Guardandosi intorno al futuro, in particolare il 2025, il panorama è un po’ altalenante ma c’è un certo ottimismo – seppur discreto. Il turismo ha vissuto una crescita stabile per quasi un decennio, finché la pandemia non ha fatto capolino e, pur se adesso i viaggi stanno riprendendo, non siamo ancora tornati ai livelli di un tempo, anche se ci sono buone possibilità di una ripresa l’anno prossimo. In questo quadro, il cambio gioca un ruolo importante: un dollaro canadese più debole attrae ancora più turisti dagli Stati Uniti, rendendo il viaggio in Canada praticamente un affare, mentre però penalizza i canadesi quando decidono di attraversare i confini per le vacanze. Così, molti sembrano preferire scoprire le meraviglie già presenti nel proprio territorio.

Da oltre 40 anni si osserva una tendenza chiara: quando il dollaro USA si rafforza, i turisti stranieri tendono a spendere di più e, francamente, meno canadesi si avventurano all’estero. Detto questo, collegare questo fenomeno alle entrate turistiche complessive rimane tutt’altro che semplice. Sul piano nazionale, il settore sembra legato più all’andamento complessivo dell’economia che alle singole oscillazioni della valuta – in sostanza, anche se un dollaro più debole può scoraggiare i viaggi internazionali, la spesa interna dipende molto dalla salute economica generale.

Così, in poche parole, si respira un ottimismo cauto per il turismo canadese nel 2025. Un dollaro più leggero potrebbe benissimo fungere da scintilla per attrarre più visitatori stranieri, spingendoli a spendere tempo (e denaro) qui; ma alla fine, il risultato dipenderà molto anche da come si muove l’economia del paese. I viaggi interni, infatti, sono il pilastro portante del settore: se questi rallentassero, il campo potrebbe davvero arrendersi. In tempi così incerti, molti sono più attenti alla spesa, ma, guardando avanti, l’arrivo di una nuova ondata di turisti internazionali potrebbe dare alla situazione la spinta tanto necessaria – anche se, in fondo, restiamo vigili su come si evolveranno le cose.

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